Da rifiuto organico a biocarburante: Waste to fuel
di Eni e Eni Rewind

Dove
Gela (impianto pilota) – Porto Marghera (primo impianto industriale)
Chi
Eni e Eni Rewind
Inizio Progetto
2013

La tecnologia proprietaria Eni Waste to Fuel (W2F) permette la trasformazione delle biomasse organiche di scarto quali la FORSU (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano) in bio-olio e bio-metano. Il bio-olio può essere destinato al trasporto marittimo, visto il basso contenuto di zolfo, o contribuire a produrre biocarburanti avanzati. Eni Rewind, società ambientale di Eni, è impegnata nello sviluppo degli impianti, a partire da quello pilota di Gela che consente di raccogliere gli elementi necessari per l’applicabilità della tecnologia su scala industriale.

Eni e l'economia circolare

La circolarità di Eni è integrata nella strategia di tutte le sue business unit. L’obiettivo è la sostenibilità del business di lungo periodo, che può essere raggiunta solo attraverso la piena efficienza dal punto di vista economico, tecnico-operativo e ambientale. Un ruolo chiave lo svolge la ricerca di Eni che si concretizza in innovazioni di prodotto e di processo sostenibili e utilizzabili su scala industriale, come testimoniato dai brevetti Eni.

Eni Rewind è la società ambientale di Eni, che opera in linea con i principi dell’economia circolare per valorizzare i terreni, le acque e i rifiuti, industriali o derivanti da attività di bonifica, attraverso progetti di risanamento e di recupero sostenibili, sia in Italia che all’estero.

I pilastri della strategia di circolarità per Eni sono:

  • materie prime sostenibili: spostarsi verso l’utilizzo di materiali di origine biologica o provenienti da scarti di processi di produzione;
  • riuso, riciclo e recupero: attraverso processi di recupero di materie prime da prodotti di scarto ed il riutilizzo di acque e terreni, oltre che il recupero dei rifiuti;
  • estensione della vita utile: dare nuova vita ad asset in ottica sostenibile.

7 milioni di tonnellate/anno: i rifiuti organici prodotti in italia

Ogni anno in Italia vengono raccolte circa 30 milioni di tonnellate di rifiuti urbani. Di queste circa 7 milioni di tonnellate sono rifiuti organici (FORSU) che, attualmente, sono utilizzati soprattutto per produrre compost per l’agricoltura e biogas.

Promuovendo una maggiore e più corretta differenziazione degli scarti di cucina si potrebbero raggiungere i 10 milioni di tonnellate di FORSU raccolta. Abbinando una buona raccolta differenziata a una diffusione degli impianti Waste to Fuel, su tutto il territorio nazionale, si potrebbe idealmente ricavare ogni anno fino a un miliardo di litri di bio-olio, equivalente a circa 6 milioni di barili di greggio all’anno. Sarebbe come scoprire un piccolo giacimento senza emettere nuova CO2. Con una sola azione si potrebbe dare un grande contributo al Paese riducendo la quantità di rifiuti e le emissioni di gas serra.

SCHEDA TECNICA

La trasformazione da biomassa a bio-olio

Con Waste to Fuel si replica in poche ore il processo con cui la natura ha generato gli idrocarburi da organismi antichissimi impiegando centinaia di milioni di anni. Il cuore della tecnologia è la termoliquefazione, un processo termochimico in soluzione acquosa che trasforma la biomassa di partenza in una sorta di “petrolio biologico” o bio-olio. Qui viene recuperata e concentrata quasi tutta l’energia contenuta nel materiale organico di partenza, mantenendo la preziosa componente di idrogeno e carbonio e separando l’acqua. Ogni passaggio è studiato per ridurre le dispersioni e ottenere un prodotto con un elevato potere calorifico (35 MJ/Kg) e con un basso tenore di zolfo. Il primo vantaggio della termoliquefazione rispetto ad altri processi di trattamento dei rifiuti è che non è necessario eliminare l’acqua. In tutti gli altri processi, infatti, l’acqua viene fatta evaporare riscaldando la biomassa con evidenti costi energetici. Qui, invece, l’acqua viene utilizzata nella reazione stessa sfruttandone le proprietà acide ad alta temperatura. Inoltre, si utilizzano temperature più basse: 250-310 °C invece dei 400-500 °C della pirolisi e degli 800-1000 °C della gassificazione. La termoliquefazione ha una resa energetica molto vantaggiosa che raggiunge l'80%, contro un 50-60% per il biogas e un 10-30% per gli inceneritori.

I primi passi del Waste to Fuel

Lo sviluppo industriale degli impianti Waste to Fuel è stato affidato a Eni Rewind, la società ambientale di Eni, a partire da quello pilota operativo dal 2018 nelle aree della bioraffineria di Gela. Tale impianto, progettato per trattare fino a 700 kg/giorno di FORSU e produrre circa 100 kg/giorno di bio-olio, consente di raccogliere le evidenze necessarie all’applicazione della tecnologia su scala industriale, in Italia e all’estero.

A marzo 2019 è stato sottoscritto tra Eni e Cassa Depositi e Prestiti un accordo per la promozione congiunta di progetti di decarbonizzazione e per il contrasto al cambiamento climatico. A marzo 2020 è stato siglato un accordo di JV tra Eni Rewind, la società ambientale di Eni e da CDP Equity, holding del gruppo Cassa Depositi e Prestiti CDP, che porterà alla nascita di una società congiunta (CircularIT) che sarà dedicata alla realizzazione e alla gestione degli impianti Waste to Fuel.

Il primo impianto industriale, che sarà realizzato in collaborazione con le realtà industriali e produttive locali, è previsto a Porto Marghera. L’impianto avrà una capacità di trattamento fino a 150 mila tonnellate annue, equivalenti alla FORSU prodotta da circa 1,5 milioni di abitanti. Attualmente è in corso l’ingegneria dell’impianto, che verrà costruito, in un’ottica di riqualificazione, in un’area bonificata di proprietà di Eni Rewind.

I benefici del progetto

I recuperi energetici di Waste to Fuel sono virtualmente carbon neutral poiché, impiegando il bio-olio ottenuto per alimentare motori termici, si sviluppa la stessa quantità di anidride carbonica presente nella biomassa di partenza, a sua volta captata dall’atmosfera e fissata nella materia organica dalle piante attraverso la fotosintesi. A questo ciclo virtuoso non è quindi necessario aggiungere altro carbonio proveniente da combustibili fossili. In altre parole, invece di liberarsi nell’atmosfera, il carbonio viene immagazzinato nel bio-olio e nel bio-carburante, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi fissati dalla Direttiva Europea sulle fonti rinnovabili nei trasporti (RED II). Il residuo solido viene invece reso inerte recuperando l’energia residua all’interno del processo stesso, mentre le acque sono utilizzate per la produzione di biogas e biometano e poi purificate per poter essere riutilizzate a scopi industriali. Se applicato in Paesi con un’economia ancora fortemente agricola, inoltre, il sistema potrebbe garantire uno sbocco industriale alle grandi quantità di biomasse di scarto contribuendo al rifornimento di carburanti per il mercato locale.

I principali vantaggi della tecnologia Waste-to-Fuel possono essere indicativamente riassunti in:

  • Produzione di un Bio-Olio con elevato contenuto di carbonio (70-75%) ed elevato potere calorifico, avente i requisiti di un Biocombustibile Avanzato, utilizzabile in ambito marino in accordo alla RED II quando la stessa verrà adottata anche dall’Italia e dagli altri stati membri;
  • Produzione di un bio olio a basso contenuto di zolfo impiegabile per la produzione di marine bunker oil nel pieno rispetto delle stringenti specifiche delle nuove norme IMO 2020;
  • Produzione eventuale di Bio-Metano riconosciuto come Biocombustibile Avanzato;
  • Recupero del contenuto di acqua a scopi industriali;
  • Tempi di trattamento/reazione di poche ore (1-3 ore) rispetto ai tempi necessari (diverse settimane) per produrre biogas/compost;
  • Impatto odorigeno molto limitato, legato solamente al conferimento dei rifiuti in impianto comunque gestibile con tecniche industriali adeguate;
  • Minima occupazione di spazi (<0,3 m2/tFORSU);
  • Minimizzazione residui di processo;

VANTAGGI ECONOMICI

Grazie al recupero dei rifiuti organici si evitano i costi di smaltimento degli stessi in favore della produzione di bio-oli.

VANTAGGI AMBIENTALI

I recuperi energetici di Waste to Fuel possono essere considerati carbon neutral perché con l’impiego del bio olio prodotto non si sviluppano ulteriori emissioni di CO2 rispetto alla naturale decomposizione della biomassa di partenza e inoltre il suo uso evita di utilizzare quello da fonti fossili. Inoltre, le acque utilizzate per la produzione di biogas e biometano sono poi purificate per poter essere riutilizzate a scopi industriali.

RISULTATI SU BASE ANNUA*

Emissioni di gas serra evitate

25.000 t CO2eq

Materia recuperata

150.000 t
* Stime effettuate sulla capacità di trattamento prevista nel progetto dell'impianto di Porto Marghera

Risorse Utili

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