Veduta dell’impianto di Villacidro (SU)
Enibioch4in, società di Eni Sustainable Mobility promuove l’intera catena del biometano come strumento per la decarbonizzazione e come vettore strategico per la transizione energetica e per l’abbattimento delle emissioni. Enibioch4in attraverso la progressiva riconversione degli impianti acquisiti nel 2021 punta a divenire il primo produttore di biometano in Italia.
Con l’acquisizione nel 2021 di 22 impianti in Italia, 21 per la generazione di energia elettrica da biogas e un impianto per il trattamento della FORSU (la frazione organica dei rifiuti solidi urbani), Enibioch4in ha posto le basi per una forte crescita nel settore del biometano, puntando a riconvertirli alla produzione di biometano e per immettere in rete, a regime, oltre 50 milioni di metri cubi anno.
L’operazione rientra nell’ambito della più ampia strategia di decarbonizzazione di Eni, che prevede l’obiettivo del totale abbattimento delle emissioni di processi industriali e prodotti al 2050, e rappresenta una delle leve per una rapida crescita delle produzioni rinnovabili al fine di mettere a disposizione dei propri clienti una quota crescente di prodotti green e bio (biocarburanti liquidi e bio-metano), e si integra con l’incremento delle stazioni di servizio Eni che erogheranno CNG (Compressed Natural Gas) e LNG (Liquefied Natural Gas) sulla rete italiana.
La produzione di biometano si pone nel quadro dell’economia circolare, consentendo la valorizzazione degli scarti agricoli, di allevamento e dei reflui, favorendo la costituzione di un legame tra mondo agricolo e dell’energia in un’ottica di sostenibilità di lungo termine. Si stima che il 24% delle emissioni totali di gas serra derivino dall’agricoltura, dalle foreste, dall’allevamento e da altri usi del suolo. L’utilizzo dei materiali di scarto che provengono da queste attività come feedstock per la produzione di biometano contribuiscono alla riduzione degli impatti ambientali e a una produzione rinnovabile di una parte consistente del nostro territorio.
A fronte di queste considerazioni e a valle di un primo decreto per gli incentivi sul biometano immesso nella rete del gas naturale e prodotto da impianti di nuova realizzazione o riconvertiti previsto dal PNRR, con i primi bandi del MASE si stimano oltre 1,7 miliardi di euro a disposizione per promuovere la produzione di 2 miliardi di metri cubi annuali entro l’anno 2024: numero che risulta 10 volte maggiore a differenza della produzione del momento.
Eni vuole promuovere l’intera catena del biometano con accordi di collaborazione con il Consorzio Italiano Biogas, Coldiretti e Confagricoltura e dialogando con le aziende produttrici di biogas per promuovere la produzione di biometano derivante da digestione anaerobica di biomasse, effluenti zootecnici e FORSU.
Impianto Pannellia a Codroipo (UD)
Nell’ambito della propria strategia di decarbonizzazione, che prevede l’obiettivo del totale abbattimento delle emissioni di processi industriali e prodotti al 2050, Enibioch4in ha identificato il biometano quale strumento per la decarbonizzazione il cui ciclo si realizza tutto in Italia. Nel nostro Paese, sono oggi attivi 1500 impianti che producono biogas e ciò, anche a fronte della situazione geopolitica attuale, può contribuire alla sicurezza energetica per una quota non trascurabile.
Impianto Medea (GO)
Il biometano è un’opportunità per la valorizzazione dei rifiuti organici e dei sottoprodotti agricoli che degradandosi nel tempo rilascerebbero CO2 in atmosfera. Contribuisce quindi alla riduzione delle emissioni e dell’effetto serra e non necessariamente richiede ulteriori investimenti in infrastrutture.
È un esempio concreto di economia circolare e possibile protagonista nella produzione energetica del nostro Paese con la possibilità di ridurre la dipendenza dalle importazioni e contribuendo anche allo sviluppo di una nuova economia locale ed alla sicurezza degli approvvigionamenti.
Impianto Appia a Surbo (LE)