FALSI MITI sul RICICLO della CARTA

1. TUTTA LA CARTA E' RICICLABILE

Riciclare la carta per ridurre l’impatto ambientale dell’industria cartaria

La materia prima principale per la produzione della carta è costituita da fibre di cellulosa ottenute mediante un complicato processo chimico da materiali naturali, principalmente dal legno. L’utilizzo di fibre di cellulosa da carta riciclata permette di ottenere importanti vantaggi in termini di impatto ambientale (riduzione dell’uso di materie prime, dei consumi elettrici ed idrici, delle emissioni legate alla produzione di fibra vergine, dei quantitativi di materiali conferiti in discarica).

Il processo per la produzione dalla carta riciclata è molto simile a quello della carta normale, la differenza risiede nella fase inziale: la carta da macero deve essere infatti lavorata per eliminare dalle fibre i residui di altri materiali (come inchiostro, plastica, colla) prima di poterla riutilizzare. La carta da macero viene ridotta in poltiglia e filtrata, in modo tale da ripulirla dall’inchiostro stampato.

Produzione della carta riciclata

La fibra riciclata necessita solitamente anche di una percentuale variabile di fibra vergine per mantenere le caratteristiche della carta di consumo. Successivamente avviene il processo di sbiancamento, come per la produzione di carta vergine; per sbiancare la carta riciclata si utilizzano però quantità nettamente inferiori di composti chimici rispetto a quelli necessari per la carta non riciclata.

È necessario migliorare il sistema di raccolta

Per una buona qualità della carta da macero è quindi necessario migliorare a monte il sistema di raccolta, ma ciò non è facile da realizzare, perché si tratta di educare i cittadini a non mettere giornali e riviste da riciclare dentro i sacchetti, a non buttare nella raccolta della carta depliant con parti di plastica, cellophan o parti metalliche; e si tratta anche di migliorare l’attività di selezione fatta dalle aziende che raccolgono la carta riciclata.


2. LA CARTA È INFINITAMENTE RICICLABILE

I processi di riciclo alterano le proprietà delle fibre

Il riciclaggio della carta comporta ripetuti processi di disinchiostrazione, macinatura ed essiccazione, durante i quali vengono alterate le proprietà meccaniche e chimiche delle fibre, il grado di polimerizzazione della cellulosa e, in generale, la struttura dei componenti.

La causa di tali alterazioni è l'invecchiamento durante il riciclaggio delle fibre che, con l'aumento del numero di cicli, vengono accorciate compromettendo la qualità della carta prodotta, soprattutto per quanto riguarda la resistenza. La lavorazione della carta da recupero comporta ogni volta una perdita di fibre del 20-25% circa.

La carta può essere riciclata solo fino a 7 volte

Le fibre utilizzate ripetutamente non rigenerano completamente le loro proprietà, quindi non possono essere riciclate all’infinito, ma solo fino a 7 volte prima che le fibre diventino troppo deboli e troppo corte per creare un altro prodotto. L'usura causata dai vari processi di riciclaggio riduce le rese di ogni ciclo successivo di riciclaggio.


3. IL RICICLO DELLA CARTA NON PRODUCE RIFIUTI

Riciclando la carta si producono degli scarti:

Il riciclaggio della carta consente una riduzione importante dei quantitativi di materiale da inviare in discarica, con conseguente vantaggio per lo smaltimento dei rifiuti. Basti pensare che i materiali cellulosici rappresentano tra il 25 ed il 30% dei rifiuti solidi urbani.

Però lo stesso processo di riciclaggio produce degli scarti, pulper e i fanghi di cartiera, minimi rispetto al rifiuto evitato grazie al riciclo, ma che presentano comunque la necessità di  essere gestiti.

Il pulper

Il pulper è lo scarto di processo costituito da tutti quei materiali che si trovano insieme alla carta al suo arrivo in cartiera, contiene plastica, legno e metallo e, nonostante l’alto potere calorifico è spesso destinato alla discarica.

I fanghi

I fanghi sono residui della lavorazione della carta composti da piccole fibre di cellulosa e cariche minerali (sostanze minerali presenti nella cellulosa o nella carta da macero) che possono essere utilizzati per la produzione di cartone, oppure ad altri scopi (nell'industria dei laterizi, nei cementifici, per opere di ripristino ambientale).

300.000 ton di pulper su 3.000.000 ton. di carta riciclata

In Italia, nel 2016, sono state riciclate circa 6 (?) milioni di tonnellate di carta, producendo così tra le 300 e le 400 mila tonnellate di pulper.

Il recupero energetico del pulper è una BAT

Gli scarti di pulper sono assimilabili ai rifiuti urbani, hanno un importante contenuto di biomassa e il loro contenuto energetico nel nostro Paese equivale a 70.000 tonnellate equivalenti di petrolio, la strategia migliore di gestione risulta quindi la termovalorizzazione (per l’Europa è una “Best available techniques” per trattare gli scarti del riciclo della carta, infatti a livello europeo gli impianti recenti sono provvisti di impianti a piè di fabbrica).


PERCHÉ UN’IDEA SBAGLIATA
DEL RICICLO DELLA CARTA
OSTACOLA LA CIRCOLARITÀ DEI
PROCESSI PRODUTTIVI

Il riciclaggio della carta richiede quindi attenzione a più livelli affinché si possa valorizzare la materia prima secondaria e impattare il meno possibile sull’ambiente.

Ogni gradino ha la sua importanza dal cittadino che ricicla, ricordando di separare bene i materiali, fino all’industria che si arma tecnologicamente per efficienza e capacità di smaltire i propri scarti.

Il processo produttivo della carta richiede l'impiego di grandi quantità di energia solitamente fornita da impianti di cogenerazione di energia elettrica e vapore, alimentati a gas metano. L’utilizzo degli scarti ad alto contenuto energetico (come pulper e fanghi di cartiera) al posto del metano, data la composizione ad alta percentuale di biomassa, sarebbe sicuramente meno impattante a livello ambientale, contribuendo contemporaneamente a risolvere il problema di gestione degli scarti.

L’industria cartaria italiana ha prodotto nel 2017 circa 9 milioni di tonnellate di carta, confermandosi, anno dopo anno, al 4° posto per volumi prodotti, dopo Germania, Svezia e Finlandia, ma si trova in una condizione di svantaggio rispetto all'industria europea a causa dell’impossibilità di realizzare impianti per il recupero energetico. La scarsità di impianti di recupero costituisce inoltre il principale fattore limitante all’incremento del riciclo e della circolarità nell’industria cartaria.

Occorre specificare che il recupero energetico non ostacola la ricerca di forme di recupero alternative degli scarti del riciclo. Ricordiamo a tal proposito il progetto Eco-Pulplast di Lucca per recuperare materia dagli scarti del riciclo della carta, grazie al quale è stata estratta dal pulper la plastica che è poi stata riusata per produrre bancali.