FALSI MITI SUL CO-INCENERIMENTO DEL
Combustibile Solido Secondario NEI CEMENTIFICI

1. BRUCIARE RIFIUTI NEI CEMENTIFICI
VA CONTRO I PRINCIPI EUROPEI

Il CSS non è semplicemente un rifiuto

Per prima cosa occorre precisare che dal punto di vista tecnico non è corretto definire il Combustibile Solido Secondario (CSS) semplicemente un rifiuto. Infatti tale combustibile deriva da una serie di trattamenti fisici e meccanici del rifiuto solido urbano indifferenziato. Si tratta, quindi, di una selezione ed un trattamento di una specifica tipologia di rifiuti.

Rispetta la gerarchia dei rifiuti

L’utilizzo di CSS nei cementifici è in pieno rispetto del principio di gerarchia dei rifiuti che infatti prevede, prima dello smaltimento in discarica, il recupero energetico. Come riconosciuto anche dalla Corte di Giustizia Europea, l'utilizzo di rifiuti come combustibile nei forni da cemento rappresenta un’attività di recupero.

archia dei Rifiuti, come prevista dalla direttiva 2008/98/CE, e introdotta da l’articolo 179 del D.Lgs.205/2010

Gerarchia dei Rifiuti, come prevista dalla direttiva 2008/98/CE, e introdotta da l’articolo 179 del D.Lgs.205/2010

Non è in contrasto con la raccolta differenziata…

e minimizza lo smaltimento in discarica

La produzione di CSS, a differenza di quanto si pensa, non contrasta con la raccolta differenziata, si origina infatti a valle della raccolta differenziata, primariamente a partire dalla quota di rifiuti indifferenziati opportunamente trattati; per poter  essere impiegato nei bruciatori dei forni della cementeria, il CSS non deve contenere materiali, quali, ad esempio, il vetro, l’alluminio o la plastica contenente elevati valori di cloro (PVC), che potrebbero causare problemi meccanici o di processo. Questi materiali vanno invece destinati al recupero di materia.

L’utilizzo di questa frazione di rifiuti indifferenziati permette quindi un evidente minimizzazione della quantità di rifiuti conferiti in discarica, valorizzando anche i materiali non riciclabili.

800.000 t di rifiuti recuperati nel 2016

Nei paesi in cui la percentuale di raccolta differenziata è alta e il ricorso alle discariche è minimo, il funzionamento del sistema è proprio aiutato e garantito dall’utilizzo dei CSS negli inceneritori o nei cementifici.

Si stima che nel 2016 in Italia sono state circa 800.000 le tonnellate di rifiuti speciali, non pericolosi, recuperati nel processo produttivo, altrimenti conferite in discarica.

Non si producono ceneri da smaltire

Utilizzando CSS nei cementifici non viene prodotto nessun tipo di cenere da smaltire successivamente. Il processo di cottura del clinker avviene ad alte temperature (fiamma a 2.000 °C), ciò assicura un’ottimale combustione del CSS che, in pratica, è termicamente trasformato, senza alcuna scoria residua.  Inoltre, tale processo è “autopulente”: all’interno del forno rotante, durante il processo di cottura, la miscela delle materie prime entra in intimo contatto con i gas di combustione e si trasforma in clinker, inglobando in sé i diversi composti generati. Questa caratteristica riduce le emissioni al camino principale della cementeria, “azzerando” le scorie prodotte.

È riconosciuta come BAT

L’utilizzo di CSS nei cementifici, in certe condizioni, è riconosciuto a livello europeo come BAT Best Available Technique (migliore tecnica disponibile).


2. L'USO DEL CSS COMPORTA UN
PEGGIORAMENTO DELLE EMISSIONI

Riduzione delle emissioni di CO2

L’uso dei combustibili solidi secondari da rifiuti speciali non pericolosi, in sostituzione dei combustibili fossili, riduce le emissioni di combustione. Ciò avviene a causa del loro alto contenuto di biomassa, che permette di equilibrare il bilancio di anidride carbonica (la materia organica ingloba carbonio e lo restituisce nel momento in cui viene bruciata).

  • 1 - Coincenerimento dei rifiuti nella produzione del cemento

    1 - Coincenerimento dei rifiuti nella produzione del cemento

  • 2 - Incenerimento dei rifiuti e produzione del cemento

    2 - Incenerimento dei rifiuti e produzione del cemento

  • 3 - Smaltimento in discarica e produzione del cemento

    3 - Smaltimento in discarica e produzione del cemento

235.000 t di emissioni di CO2 evitate

Secondo le stime, nel 2016 in Italia, l’utilizzo di combustibili alternativi derivati da rifiuti ha consentito di evitare l’immissione in atmosfera di oltre 235.000 tonnellate di CO2.

Le emissioni di gas inquinanti non sono influenzate, talvolta sono inferiori

Gli studi effettuati sulle emissioni dei cementifici hanno condotto a risultati che dimostrano che l’utilizzo di combustibili alternativi non ha alcuna influenza sui valori delle sostanze inquinanti esaminate. Risulta anzi che in taluni casi queste emissioni sono anche inferiori ai limiti consentiti per l’utilizzo di combustibili fossili tradizionalmente usati.

Riduzione delle emissioni all’aumento del tasso di utilizzo di combustibili alternativi

Negli ultimi sette anni (periodo 2009-2016) si è registrato in Italia un aumento del tasso di utilizzo dei combustibili alternativi dall’8% al 16%. Nello stesso periodo si è rilevata una riduzione significativa delle emissioni in atmosfera: -50% delle emissioni specifiche di polveri, -36% di ossidi di azoto, -50% di ossidi di zolfo.

Le AIA prevedono limiti di emissioni inferiori per i cementifici che usano CSS

L’esercizio di tutti i cementifici è legato al rilascio dell’A.I.A. (Autorizzazione Integrata Ambientale) di competenza Regionale o Provinciale, che contiene prescrizioni e modalità di controllo delle emissioni da parte delle autorità competenti, le ARPA.

L’utilizzo di CSS deve essere autorizzato in AIA e prevede limiti alle emissioni e prescrizioni più restrittive per legge rispetto a quelli previsti per l’utilizzo di combustibili fossili (D.Lgs. 59/05 e D.Lgs.133/05), garantendo quindi  maggiori controlli e nessun peggioramento delle emissioni del cementificio.


3. L'USO DI RIFIUTI NEI CEMENTIFICI HA EFFETTI DANNOSI SULLA SALUTE E SULL'ECOSISTEMA

La maggioranza degli studi a livello europeo concorda sul fatto che i valori non sono dissimili dall’uso di combustibili fossili tradizionali

Numerosi sono gli studi a livello europeo che si occupano dell’impatto che l’utilizzo di combustivi alternativi, come il CSS, ha sulla salute umana. La maggioranza di essi concorda sul fatto che i livelli di rischio non sono dissimili dall’utilizzo di combustibili fossili tradizionali, considerando i maggiori controlli, le restrizioni più severe e l’utilizzo di tecnologie sempre più all’avanguardia.

Ecco alcuni studi europei che giungono a queste conclusioni:

PORTOGALLO

“... Il rischio è stato calcolato utilizzando anche i dati sulle emissioni quando i rifiuti sono utilizzati come combustibile. Quando sono stati utilizzati questi dati, il rischio è risultato essere simile o addirittura inferiore a quello dei dati sulle emissioni per i combustibili tradizionali. Pertanto, l'utilizzo di rifiuti come combustibile per Secil-Outão non porterebbe a una previsione dei livelli di rischio di notevole preoccupazione ... "

(Intertox, 2007).

REGNO UNITO

La presente dichiarazione riporta un'estensione del lavoro precedente e riguarda l'uso di farine animali, pellet di scarico delle acque reflue e combustibile derivato da rifiuti (CDR). È stata effettuata una serie di incenerimenti sperimentali dei diversi combustibili: i risultati del monitoraggio dettagliato delle emissioni sono stati forniti ai membri. Sono stati esaminati e sono state accettate le seguenti opinioni:

  • I dati forniti erano rassicuranti.
  • Per quanto riguarda i tre carburanti sostitutivi considerati, è stato concordato che, in base ai dati di sperimentazione osservati dal Comitato, non si sarebbero verificati cambiamenti significativi per la salute umana nella quantità emissioni.”

(COMEAP-UK, 2009).

SPAGNA

 “Gli indici di rischio calcolati hanno un intervallo di valori simile sia per gli impianti che utilizzano il coke sia per quelli che utilizzano combustibili alternativi. Pertanto, il tipo di carburante non presenta un'influenza significativa negli indici di rischio calcolati. Si può quindi concludere che nessun potenziale rischio per la salute è stato identificato per nessuno dei recettori negli scenari valutati.”

(CEMA, 2010).

ITALIA

“…i dati disponibili nella letteratura di riferimento sono stati analizzati comparativamente e successivamente integrati con un insieme di misure effettuate nel triennio 2011-2013 presso impianti produttivi di alcune società affiliate ad AITEC (Buzzi Unicem SpA, Cementirossi SpA, Colacem SpA, Holcim Ltd e Italcementi SpA), operativi sul territorio nazionale. I risultati così ottenuti consentono di formulare le seguenti considerazioni principali:

  • L’incremento della sostituzione calorica tramite l’utilizzo di combustibili alternativi non determina apprezzabili variazioni nelle concentrazioni dei metalli pesanti al camino, né in relazione alla tipologia del processo di cottura nel suo complesso né di quella del combustibile secondario;
  • Sempre nel caso dei metalli in traccia, per qualunque apporto in alimentazione del combustibile alternativo i valori emissivi rilevati a sostituzione termica nulla non risultano significativamente diversi da quelli misurati durante l’esercizio con combustibili alternativi;
  • Per diossine e furani non si rilevano correlazioni evidenti tra le concentrazioni al camino e l’aumento della sostituzione termica con combustibile alternativo. In particolare, gli impianti dotati di preriscaldatore a cicloni e precalcinatore sono quelli che consentono di ricorrere con maggiore sicurezza a livelli di sostituzione termica più elevati, senza il rischio di un potenziale incremento delle presenze emissive al camino;
  • L’elaborazione statistica dei dati con tecniche avanzate di analisi multivariata, finalizzate ad enucleare le possibili correlazioni tra le diverse variabili considerate, conferma nella sostanza i precedenti risultati.”

(LEAP, 2014)


4. IL CEMENTO PRODOTTO UTILIZZANDO RIFIUTI
È DANNOSO PER LA SALUTE

Il cemento prodotto utilizzando CSS deve rispettare gli stessi standard del cemento prodotto tradizionalmente

Il cemento prodotto utilizzando CSS o rifiuti non pericolosi (ceneri volanti, gessi chimici, ecc.) è uguale al cemento prodotto con materie prime e combustibili tradizionali, in quanto ne rispetta le stesse caratteristiche chimico-fisiche e proprietà.

Infatti, lo standard di qualità (UNI-EN197/1) per le proprietà fisico-meccaniche deve essere rispettato per tutti i cementi prodotti nella UE.


COME QUESTI FALSI MITI
INTERROMPONO LA CIRCOLARITA'

I rifiuti che costituiscono il CSS, se non utilizzati come combustibili alternativi, andrebbero a finire in discarica, spezzando così il ciclo

Grazie alla co-combustione di CSS nei cementifici, vengono recuperate tonnellate di rifiuti che partecipano al ciclo produttivo trasformandosi nell’energia necessaria alla produzione del cemento e sostituiscono parte delle materie prime necessarie.

Il CSS nelle cementerie, non è smaltito come rifiuto, ma è un combustibile vero e proprio utilizzato in sostituzione dei combustibili fossili nel forno rotante per ottenere il clinker. Il contributo calorico del CSS al processo di combustione è fondamentale. In cementeria non avvengono semplici processi di incenerimento di rifiuti ma processi di combustione di CSS ad elevata efficienza. Per tale ragione si deve parlare di "co-combustione" e non di "co-incenerimento".

Credere nei falsi miti di cui si è parlato e impedire questa pratica porta all’interruzione della circolarità e alla perdita di una risorsa preziosa in discarica. Il risparmio in termini economici e ambientali sarebbe annullato in quanto i cementifici dovrebbero acquistare materie prime e combustibili fossili il cui utilizzo produrrebbe CO2 e parallelamente il rifiuto andrebbe in discarica o smaltito in altro modo.